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Sentenze, ordinanze e decreti: Cosa sono nel diritto italiano?

Nel processo civile italiano, gli atti giurisdizionali del giudice possono assumere diverse forme, principalmente sentenze, ordinanze e decreti. Sebbene ciascuno di questi atti abbia valore legale, essi si distinguono per funzione, struttura e regime impugnatorio. L’ordinanza e il decreto, in particolare, sono provvedimenti di natura diversa, spesso utilizzati nella fase istruttoria o in contesti urgenti, e non sempre producono effetti definitivi nel giudizio. Non va tralasciata di considerare la sentenza che rappresenta l’atto tipico con cui il giudice definisce il giudizio, decidendo sul merito o su questioni pregiudiziali.  Le ordinanze, disciplinate in più punti dal Codice di Procedura Civile (es. artt. 177, 178, 186-bis e ss.), sono provvedimenti interlocutori o cautelari con cui il giudice regola il processo nelle sue fasi, impartisce ordini alle parti o decide su istanze incidentali. Non hanno normalmente efficacia decisoria sul merito, salvo eccezioni (es. ordinanza anticipatoria ex art. 186-ter c.p.c.). I decreti, invece, sono provvedimenti monocratici e non motivati, emessi in camera di consiglio senza contraddittorio, e trovano la loro principale disciplina negli artt. 134-135 c.p.c., oltre che in norme speciali (es. decreto ingiuntivo: artt. 633 ss. c.p.c.). Essi sono utilizzati in procedimenti sommari, volontari o urgenti. Comprendere la distinzione tra ordinanza e decreto è fondamentale per orientarsi nella dinamica processuale, specie in relazione agli strumenti di impugnazione, all’efficacia esecutiva dei provvedimenti e alla loro funzione all’interno del procedimento civile.  In questo articolo ci soffermeremo su due dei provvedimenti menzionati: l’ordinanza e il decreto.

Disciplina della Caccia in Italia: Cosa dice la Legge

La caccia rappresenta un'attività profondamente radicata nella tradizione culturale italiana della popolazione da Nord a Sud, ma solleva al contempo significative questioni relative alla tutela della biodiversità sul territorio nazionale. Il quadro normativo vigente – fondato sulla Legge 157/92, che recepisce le Direttive europee "Uccelli" (2009/147/CE) e "Habitat" (92/43/CEE), e trova oggi un fondamento costituzionale ancora più solido nel nuovo testo dell'articolo 9 della Costituzione – prevede misure di protezione della fauna selvatica, la cui applicazione sul territorio presenta tuttavia diverse criticità. A seguito della riforma del 2022, con l’introduzione del comma 2 all’art. 9, la previsione costituzionale ha elevato la protezione della fauna a principio fondamentale, non più tutelata solo in funzione del paesaggio, ma come valore in sé, dal momento che viene considerata sia come parte integrante degli ecosistemi, sia dell’ambiente che nella tutela degli animali. Sebbene finora la riforma può dirsi rivoluzionaria solo sulla carta, la modifica è comunque rilevante dal momento che ogni anno vengono abbattuti milioni di esemplari di fauna selvatica, con inevitabili ricadute sugli ecosistemi già sottoposti a pressioni derivanti da urbanizzazione e al cambiamento climatico e pertanto è necessario intervenire con la maggiore urgenza possibile.  La questione giuridica da affrontare non si limita alla disamina della normativa esistente, ma coinvolge l'efficacia dei controlli e il livello di consapevolezza pubblica circa le implicazioni ecologiche dell'attività venatoria. Le deroghe concesse dalle Regioni, la gestione dei calendari venatori e la disponibilità di personale di vigilanza rappresentano elementi centrali del dibattito in merito all’attività venatoria. Il quadro normativo, peraltro, è attualmente oggetto di una proposta di revisione: il DDL n. 1552, presentato al Senato il 20 giugno 2025, propone modifiche sostanziali alla Legge 157/92, dall'introduzione del concetto di "gestione" della fauna al posto della sola protezione, all'ampliamento dei periodi e delle modalità di caccia, fino alla ridefinizione delle aree protette. Risulta quindi necessario analizzare il sistema normativo vigente, le responsabilità istituzionali nella protezione della fauna e l'importanza di rafforzare i meccanismi di controllo e la consapevolezza pubblica, in coerenza con l’imperativo costituzionale di proteggere gli animali ed il patrimonio naturale nella sua interezza, anche nell’interesse delle future generazioni.

Pubblicità ingannevole e tutela del consumatore

Ogni giorno ci imbattiamo in centinaia di messaggi pubblicitari: spot televisivi che promettono miracoli, banner online che enfatizzano sconti imperdibili, televendite che millantano risultati straordinari. Ma cosa accade quando questi messaggi ingannano, omettono informazioni cruciali o travisano la realtà? La pubblicità ingannevole rappresenta una minaccia concreta per i consumatori, che rischiano di prendere decisioni economiche basandosi su informazioni false o incomplete. Il legislatore italiano ed europeo hanno predisposto un articolato sistema di tutela che ruota attorno a due pilastri normativi fondamentali: il Codice del Consumo, disciplinato dal decreto legislativo n. 206 del 2005, e la Direttiva europea 2005/29/CE sulle pratiche commerciali sleali. Questi strumenti normativi disciplinano non solo la pubblicità ingannevole in senso stretto, ma l'intero spettro delle pratiche commerciali scorrette, dalle omissioni ingannevoli alle condotte aggressive, garantendo una tutela effettiva dei diritti dei cittadini. A vigilare sul rispetto di queste norme intervengono autorità come l'AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), l'AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) e l'IAP (Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria), senza dimenticare le associazioni dei consumatori che giocano un ruolo cruciale nella segnalazione degli abusi e nella tutela degli interessi collettivi. Il consumatore non è lasciato solo: dispone di strumenti amministrativi, giurisdizionali e di autodisciplina per far valere i propri diritti, fino ad arrivare alle azioni collettive quando la lesione coinvolge una pluralità di soggetti.

Cosa Succede se non si Risponde a un Atto Giudiziario

Talvolta la maggior parte delle persone ritiene che ignorare un atto giudiziario, soprattutto non procedendo con il suo ritiro, significhi mettersi al riparo dalle conseguenze che quell’invio comporta. Tale concezione è assolutamente sbagliata, posto che se non si ritira un atto o non si risponde, la notifica si perfezionerà in ogni caso e decorsi i relativi termini non si potrà più né costituirsi né formulare alcuna opposizione. Per atto giudiziario si intende un documento ufficiale relativo ad un processo – sia esso civile, penale o amministrativo – trasmesso da un Giudice, da una cancelleria o da un avvocato, con il quale si trasmette un determinato provvedimento, contenente decisioni, intimazioni o convocazioni alle parti coinvolte. Sono atti che vengono recapiti attraverso una raccomandata a/r (generalmente le buste sono di colore verde).

Aggressione da parte di un cane: cosa fare?

​​​​​​​Accade sovente che persone vengano aggredite da cani e in conseguenza dell’aggressione subiscano dei danni più o meno gravi. L’ordinamento giuridico italiano si premura di disciplinare tale casistica prevedendo una forma di responsabilità ad hoc, mediante l’introduzione di una normativa specifica, volta a disciplinare quale sia il soggetto in capo al quale venga posta la responsabilità del fatto dannoso dell’animale e in presenza di quali condizioni tale soggetto sia effettivamente chiamato a rispondere. Nel corso della trattazione si avrà cura di esaminare il complesso degli elementi che integrano gli elementi che portano a un riconoscimento di responsabilità a partire dai comportamenti dell’animale che possono essere considerati rilevanti, per poi proseguire agli obblighi posti a carico del proprietario sia in costanza dei fatti che in una fase successiva, al tipo di danni risarcibili, alle figure di assicurazione che possono essere concluse dal proprietario a sua tutela, agli obblighi addizionali che debbono essere ottemperati per cani ritenuti particolarmente pericolosi e ai modi per prevenire che essi possano porre in essere comportamenti dannosi o lesivi. Si cercherà, quindi, di fornire un quadro il più completo possibile in materia, per consentire a chiunque di comprendere come agire e quali conseguenze siano applicabili al proprietario.

AF Pay: la soluzione digitale per incassare subito le parcelle legali

Gestire i pagamenti dei clienti è spesso una delle sfide più delicate per gli avvocati. Ritardi, parcelle non saldate o difficoltà economiche possono rallentare la gestione dello studio e generare tensioni con i clienti. Per semplificare tutto questo nasce AF Pay, il nuovo sistema digitale che permette agli avvocati di incassare subito, mentre i clienti possono pagare in modo flessibile e senza interessi.

Euro digitale e stablecoin: cosa cambia per gli avvocati e i pagamenti legali

Il tema dell’euro digitale non è più solo un progetto teorico della Banca Centrale Europea: rappresenta una sfida concreta contro le stablecoin americane e lo yuan digitale cinese. Una ricerca condotta da SDA Bocconi e Revolut su oltre 7.000 cittadini in 27 Paesi mostra chiaramente che i cittadini europei chiedono strumenti di pagamento più semplici, diretti e user-friendly. Ma cosa significa tutto questo per gli studi legali e per gli avvocati che ogni giorno devono gestire pagamenti e parcelle?

Annullamento del Matrimonio Civile: Tutti i Casi Ammessi

Il matrimonio civile è un atto giuridico solenne e complesso che produce conseguenze legali di grande rilievo nella vita delle persone. Con la celebrazione, infatti, si stabiliscono diritti e doveri reciproci tra i coniugi, si incide sullo status personale, si determina il regime patrimoniale della famiglia e si fissano obblighi di assistenza e di collaborazione. Non tutti i matrimoni, però, rispettano pienamente i requisiti di validità richiesti dal nostro ordinamento. Il diritto civile prevede ipotesi specifiche di nullità e di annullabilità, istituti che consentono di eliminare gli effetti giuridici del vincolo matrimoniale. La dichiarazione giudiziale di nullità o l’accoglimento dell’azione di annullamento incidono in modo diretto sulla posizione patrimoniale dei coniugi, sul mantenimento dei figli e sul riconoscimento dello status personale. In questa guida verranno illustrate, con linguaggio chiaro e con taglio pratico, le differenze fondamentali tra nullità e annullabilità, le fattispecie concrete che possono dar luogo all’invalidità del matrimonio, le modalità con cui si svolge il processo davanti al tribunale competente e le conseguenze giuridiche che ne derivano. L’obiettivo è offrire uno strumento di comprensione utile tanto ai non addetti ai lavori quanto a professionisti, studenti o operatori del diritto che necessitano di una sintesi ragionata dei casi ammessi, delle condizioni richieste e delle principali ricadute pratiche.

Assicurazioni Marittime: Coperture 

Nel panorama del diritto delle assicurazioni, le polizze marittime costituiscono una categoria peculiare, essendo regolate da norme specifiche contenute nel Codice della Navigazione (artt. 519 e ss.). Le coperture offerte da tali contratti sono generalmente riconducibili a tre macro-aree: assicurazione del corpo della nave, assicurazione delle merci trasportate e assicurazione della responsabilità civile del vettore (polizza P&I). La prima garantisce il risarcimento per i danni materiali subiti dalla nave durante la navigazione, mentre la seconda protegge il proprietario delle merci contro i rischi connessi al trasporto via mare, inclusi pericoli naturali, avarie e furti. La polizza P&I, infine, copre il vettore per i danni causati a terzi durante l’esercizio dell’attività marittima, comprese le lesioni a persone, i danni ambientali e i sinistri portuali. Le condizioni contrattuali, in genere articolate in clausole standard (es. Institute Clauses), possono tuttavia essere modulate in base alla tipologia del viaggio, della merce e del mezzo navale impiegato.

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